lunedì 5 dicembre 2011

Dicono di Nix (17)

E' davvero una soddisfazione grandissima riuscire a veicolare emozioni tramite i propri scritti e ancora più bello è quando la persona che ne è stata emozionata te lo fa sapere e lo fa con una liricità che ti scuote dentro. Mi è capitato con la mia ultima lettrice della Catena di Anobii. Ecco il suo bellissimo commento:


Tutti abbiamo delle storie da raccontare e dei pezzetti di vita da rivivere, il dono di saperli trasformare in parole scritte è però fortuna di pochi. Elisabetta Ossimoro ce l’ha, questo dono. Non mi riferisco tanto alla trama accattivante che mi ha portata indietro di diciannove anni e mezzo (se dico venti mi sento troppo … stagionata!), ai mesi prima della mia maturità che era ancora in sessantesimi, per farmi rivivere le risate e le ansie, l’amicizia e la paura, le cotte e le delusioni del 1992. Parlo piuttosto della felice capacità di dare a questa trama una forma scorrevole ma non semplicistica, con una scrittura curata ed espressiva che i piccoli – perdonabili – refusi che sbucano qua e là dalle pagine non inficiano per nulla nella sua piacevolezza. Mi sono saliti alle labbra un sacco di sorrisi, ho rivissuto ricordi che conservo con cura ma spolvero di rado, mi è venuta ogni tanto voglia di piangere, e una volta preso in mano il volumetto non l’ho posato prima di aver letto l’ultima parola. Sì, mi è bastata una sera per finirlo, non perché sia breve … semmai perché quando incontri una stella che ti illumina qualche ora, è bene acchiapparla per la coda e andare con lei fino alla fine. Probabilmente questo libro ha toccato corde in me particolarmente sensibili, e suscitato reminiscenze che mi saranno sempre molto care, quindi l’ho giocoforza apprezzato più di quanto avrei fatto con una storia che mi fosse estranea, ma credo di non sbagliare affermando che il talento narrativo c’è e si sente, e che se adeguatamente coltivato potrà portare frutti ancora più gustosi di questo primo lavoro, che peraltro merita senza esitazione le quattro stelle che di rado riservo agli esordienti. Brava, Elisabetta.

(M., 36 anni)

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