sabato 28 gennaio 2012

Dicono di Nix (21)

Carissimi, ecco a voi oggi una recensione bellissima e molto attesa, quella di una delle primissime lettrici di Nix, che, a cinque anni di distanza, lo ha riletto e mi ha fatto avere le sue impressioni, mettendole anche a confronto con quelle che aveva avuto alla prima lettura:


Ho letto Nix due volte, la prima qualche anno fa, la seconda poco prima di scrivere questa recensione. Ho ritrovato cose che non ricordavo e ne ho scoperte di nuove che la prima volta non avevo notato.
Nix è un romanzo di veloce e piacevole lettura. L'autrice usa una scrittura fluente e ricercata, che si muove con versatilità dai registri più alti a quelli più colloquiali, servendosi di un lessico ricco e forbito. I personaggi sono molto ben caratterizzati, alcuni ricordano veri e propri "tipi" caratteriali (uno per tutti il divertentissimo Piervi, ma ci aggiungerei anche Ketty e le sue amiche, Giulia e - anche se non compaiono mai direttamente in scena - i parenti di Ermanno). Molto belle alcune descrizioni, mi hanno colpito ad esempio le immagini della nebbia di latte, della luna e delle stelle-petali di fuoco- nel cielo di Barcellona, la narrazione del saggio di danza di Isabella. L'ambiente scolastico è descritto in modo così concreto, specie per chi come me ricorda ancora abbastanza da vicino i suoi anni di liceo, da sembrare toccabile con mano: le assemblee di istituto, i "summit" mensili dei rappresentanti di classe, i tristi corridoi della scuola con le macchinette del caffè, la gita, le simulazioni d'esame, tutto è così vivido da suscitare nel lettore vere e proprie immagini di grande realismo. Il romanzo è percorso da un'ironia che trapela in ogni singola parola; è l'ironia dissacrante del protagonista, che non risparmia nulla e nessuno, compreso sé stesso: così come nella scena in cui dipinge la frase d'amore sull'asfalto, in ossequio - e al contempo con una beffarda parodia - ai topoi di certa letteratura adolescenziale (il famoso Loccia...). Alcuni capitoli sono davvero divertenti e non possono che strappare il riso, tra tutti "Nicortigiano". La parte che ho apprezzato di più, già alla prima lettura, è il finale, che reputo assolutamente geniale (oltre che originale e del tutto imprevedibile). Non dico nulla di più per non rovinare la sorpresa a chi deve ancora leggerlo...
Tra le pagine filtrano la cultura e le molte letture dell'autrice, tradite dalla presenza di innumerevoli citazioni letterarie, che impreziosiscono la storia come piccole perle disseminate nella trama del racconto.
I miei personaggi preferiti? Isabella dal punto di vista emotivo; la ragazza che leggeva McEwan, di gran lunga il personaggio meglio riuscito e affascinante, da quello puramente letterario. Cosa curiosa: Nix ai miei occhi è proprio insopportabile!!! Fatto peraltro che non mi ha impedito di apprezzare il romanzo, pur così lontano dai generi che amo e che leggo abitualmente.
In conclusione un'ottima prova d'esordio, a cui spero ne seguiranno altre.
Unica nota critica (dovuta alla mia maniacale pignoleria): sono ancora presenti alcuni errori di battitura e di impaginazione (ad esempio gli apostrofi separati dalla parola che segue nelle elisioni) che però non sono certo da addebitare all'autrice!
(A.F, 26 anni)

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