giovedì 19 aprile 2012

Dicono di Nix (32)

Ecco a voi il parere di un altro talentuoso collega, che mi ha fatto dono (oltre che di un suo romanzo splendido) anche di una bellissima recensione di Nix, che vi agevolo:


Ho appena finito di leggere Nix di Elisabetta Ossimoro, romanzo che l’autrice mi ha inviato personalmente in uno scambio con La Piccola Equilibrista. In primis, prima ancora di snocciolare il mio parere sul contenuto del libro, ammetto che mi è piaciuto molto il formato adottato dall’editore. Il libro è estremamente “maneggevole” (perdonate l’osceno aggettivo scelto!), comodissimo da leggere: anche i caratteri grandi, possibili per la mole contenuta del romanzo, rendono la lettura estremamente scorrevole!
Ma visto che probabilmente a nessuno interessa parlare del packaging del romanzo e degli stratagemmi estetici, veniamo al nocciolo.
La storia si dipana semplice e lineare, tanto che all’inizio ero un po’ spaesato: non riuscivo a trovare il filo della storia, la miccia, l’evento più o meno epocale che dà il là all’intreccio vero e proprio. E’ in ritardo (per esclusiva mia colpa, sia chiaro!) che ho realizzato la vera natura di Nix: Nix è una serie di scatti, vividi e colorati, immagini minuziose di scene di vita. Nel loro millimetrico accostarsi lungo il romanzo, acquistano le sembianze di una lunga panoramica: seguiamo la vita di Nicodemo Orsini, e con la sua quella di altri personaggi mai piatti, ma anzi ricolmi di sfaccettature. Leggiamo nell’ultimo anno di liceo di questa compagine riccamente addobbata la loro vita, compressa in pillole di eventi, e forse è proprio in questo che ho apprezzato la narrazione dell’autrice: la capacità di delineare, attraverso strappi di normale vita quotidiana, l’essenza vera di ogni personaggio. E’ dunque un romanzo senza una reale spannung, senza un botto improvviso che accelera le vicende verso una conclusione: è invece una serie di pennelleate omogenee, tutte in equilibrio tra loro, che conducono a un finale tagliente.
Ma è proprio questo equilibrio, questo ordine che domina il romanzo, a essere il punto che più ho apprezzato dello stile di Elisabetta Ossimoro. Adoro l’incastrarsi delle parole, e adoro come il linguaggio possa essere reso malleabile e musicale: in questo, l’autrice non sbaglia una virgola. Ogni frase è studiata, calibrata, misurata, ma senza dimostrarlo. Eccetto un paio di occasioni, la narrazione è sempre scorrevole, e il tono quasi aulico con il quale si innalza la vita dell’oggi non appesantisce la lettura. Sembra malinconica l’autrice, nell’esasperante (e non, si badi, esasperata!) ricerca del termine migliore.
Se qualcosa poteva migliorare, però, qui scendiamo nel parere personale: nel senso che personalmente non sono un amante delle narrazioni in cui non si realizza una storia “in senso classico”, in cui manca, per intenderci, l’evento x che scatena la ricerca di una conclusione y. E in secondo luogo, alcuni personaggi (Nicodemo ed Ermanno) mi sembravano eccessivamente esaltati nella loro bellezza quasi classica e scultorea, tanto da risultarmi antipatici “a pelle”. Tolto questo personalissimo mio gusto, però, Nix rimane un romanzo gustoso, impeccabile nella scrittura, che merita di essere letto per la grandissima capacità di raccontarci una vita.
Senza sofismi, senza retorica, e senza la pretesa di insegnare qualcosa.

(S.V, 21 anni)

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